Live Report

IRON MAIDEN – HEINEKEN JAMMIN FESTIVAL – 15/06/2003 Autodromo di Imola

Questa è la settima volta che presenzio ad un concerto dei mitici Maiden, ed è stato in ordine di bellezza il secondo. Energia, grinta, divertimento e grandissime emozioni per una delle band che hanno fatto la storia dell’heavy metal e che da qualche anno sono sulla bocca di molti per le ultime produzioni, non viste di buon occhio, e per situazioni ambigue che fanno solo pensare a mosse puramente commerciale, ma! Il pubblico è carico non vede l’ora di scoprire cosa ci sarà come conclusione di questa caldissima giornata.

L’energia sale mentre i tecnici finiscono di montare la scenografia, si spengono le luci e inizia lo show. Una scaletta pazzesca, qui più di quella proposta durante la tournè dell’Ed-Hunter tour, si danno il via alle danza con uno dei brani che più di tutti hanno fatto la storia del metal, The Number of the Beast, un enorme 666 composta da luci accecanti illumina tutto l’autodromo di Imola e da il via all’apoteosi finale. La folla impazzisce, compreso il sottoscritto, ignara di ciò che gli aspetta, un urlo di Mr. Dickinson fa capire che è l’ora di una cavalcata doc, The trooper!!!! (io a questo punto sono già senza voce).

Imola esplode, anche se in molti erano stremati dal caldo della mattinata. ecco la prima sorpresa, Die with your Boots on, seguita da un brano tutto nuovo, almeno così dice Mr. Dickinson, scherzetto, ecco la seconda sorpresa della serata, Revelation seguita da Hallowed be thy Name, presentata da Dickinson come un brano dei Cradle of Filth, e 22 Acacia Avenue, cazzo, favoloso, un vero salto negli anni ’80, emozionantissimo, in più sul palco si era materializzata una carica mai vista.

E’ l’ora del nuovo inedito intitolato Wildest Dreams. Il simpatico Dickinson, propone al pubblico di registrarlo e di metterlo a disposizione su internet, sperando però che a settembre tutti acquistino la loro ultima fatica.
Sinceramente il brano non mi è piaciuto, chi sta scrivendo è un fan sfegatato dei Maiden dal 1983, in linea generale gli arrangiamenti si rifanno molto ai brani di Brave new world, lo dico fermamente perché prima di Imola ho avuto la possibilità di ascoltare più volte il pezzo e proprio non mi piace, speriamo che il resto sarà più interessante. E ancora carica con Wickerman per poi passare a Brave new world e l’inglesissima The Clansman.

Dopo questa parentesi dedicata alle ultima produzioni si passa ad altri classici con The Clairvoynat, durante la quale si presenta sul palco l’immancabile Eddie nella versione “King Edward” pronto a scazzottare con Janick Gers, per poi passare ad Heaven can wait e il suo inmancabile coro di fans.
Per concludere questa prima parte non potevano mancare Fear of the Dark e Iron Maiden con il suo mega Eddie, in questa tournè in versione Piece of mind, a dire il vero è stato quasi un tributo di questa fatica targata ’83. Finisce la prima parte e tutti acclamano la band per il bis mentre nel frattempo Dickinson è sul palco a luci spente che guarda la folla eccitata. Forse la parte meno interessante è stata proprio quella del bis, due brani, Bring your Daughter to the Slaughter e Run to the Hills, se fossi stato al posto loro avrei inserito in più almeno Running Free e Sanctuary, comunque c’era da immaginarselo, tutto il meglio è stato fatto all’inizio.
Ora attendiamo l’ultimo lavoro, intitolato “Dance of Death”, che sarà disponibile a settembre e il tour di support previsto a novembre, ci vedremo presto, alla prossima.

Up the Irons!

BF

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