IntervisteThrash

Intervista agli EXTREMA

Lunga è stata l’attesa per “Better Mad Than Dead” , ma ne è valsa proprio la pena. Dodici brani interessanti ed esplosivi che confermano una band matura sotto tutti gli aspetti. La parola al chitarrista Tommy Massara.

Dopo quasi sei anni di assenza dalla scena musicale ci sarebbero da chiederti tante di quelle cose, comunque voglio che sia tu a dire qualcosa ai tuoi vecchi e nuovi fans riguardo al vostro tanto atteso ritorno e all’uscita di “Better Mad Than Dead”.

Quando è uscito Positive, all’inizio andava tutto bene, ma ben presto son venuti fuori dei problemi con l’etichetta, la Flying Rec. che è poi fallita e tra l’altro siamo ancora in causa per quell’album, poi erano praticamente quattro anni che non ci fermavamo dall’uscita di Tensionï e così si sono venute a creare delle situazioni di frizione all’interno del gruppo, dovute soprattutto alla stanchezza e quindi dopo una buona pausa di riflessione abbiamo cominciato a scrivere i pezzi per Better.
In definitiva il gruppo non si è mai sciolto.

Con un solo aggettivo, come definiresti “Better Mad Than Dead“?

Interessante. Un disco molto diverso ma comunque un disco molto Extrema. Direi che è un album maturo e interessante.

Secondo il mio parere quest’ultimo lavoro andrebbe apprezzato dopo diversi ascolti per scorgere tutte le sue particolarità. Sicuramente non è il solito album d’impatto fine a se stesso. Era questo il vostro intento o è una mia errata osservazione?

Non sono d’accordo dicendo che l’album non è d’impatto, sicuramente da Positive, è molto diverso, però quell’album voleva essere aggressività totale, ma quest’ultimo non è assolutamente da meno, magari è intelligente, scritto in maniera diversa.
Riguardo al fatto che andrebbe ascoltato più volte, secondo me non è una questione d’impatto ma piuttosto è un discorso che va ricercato nella particolarità dei pezzi, di quei particolari che poi alla fine apprezzi molto.
Ogni pezzo è diverso dall’altro e questo crea la giusta attenzione nell’ascoltatore che non si trova dinanzi a un disco sparato a mille ed esclami solo Cazzo, è pesante.

Direi che il tempo per creare questo disco c’è stato, quindi anche per lavorare bene nel minimo dettagli al contrario di “Positive…”.

Esattamente, Positive era stato scritto nei ritagli di tempo del tour di Tension e provato in pochissimo tempo prima di entrare in studio, inoltre avevamo problemi di pezzi poichè avevamo scritto poco materiale ed abbiamo lavorato solo su quello.
Invece per Better siamo entrati in studio con quasi venti pezzi, ne abbiamo registrati quattordici, di cui dodici sono andati nell’album e altri due che faremo uscire su un singolo o sul prossimo disco.

C’è qualche concept di fondo in “Better…”?

Concept direi di no, ma direi che comunque se leggi bene le liriche, noti che descrivono cose che realmente accadono. Sono personali visioni di Gianluca su alcune situazioni di vita che ha passato in prima persona e che comunque succedono a tutti.
Essendo cose che lui ha scritto a modo suo è logico che ognuno è libero di interpretarle a modo suo. Tuttavia sono tutte cose sue, personali.

La voce di Gianluca, questa volta è più propensa alla melodia. E’ una soluzione momentanea o un primo passo di un’evoluzione che in futuro passerà anche al sound?

Prima di tutto Gianluca sul primo album cantava già melodico, anche se in maniera diversa.
In Better si è voluto creare una via di mezzo tra la melodia di Tension e l’aggressività di Positive. Ci siamo concentrati molto nel lavorare sulla voce di Gianluca per ottenere ciò che volevamo, e ciò che risultasse un vero e proprio strumento.
Penso che Gianluca abbia fatto un buon lavoro. Per quanto riguarda l’evoluzione, sicuramente passerà anche alla musica degli Extrema, in fondo è un’evoluzione che parte da Tension fino ad oggi.

Fammi tre brevi considerazioni sui vostri tre album studio.

Tension a me piace molto, oltre al fatto che sono affettivamente legato ad esso. C’era tutta la voglia di dimostrare alla gente quello che sapevamo fare con tutto l’entusiasmo a mille. In Positive volevamo fare un album esclusivamente d’impatto, mentre per l’ultimo album abbiamo semplicemente voluto fare un album di canzoni, cioè brani con cui attirare l’attenzione dell’ascoltatore con nuove soluzioni stilistiche e farlo pensare ed apprezzare.


Tre dischi e tutti e tre differenti, pur mantenendo l’inconfondibile marchio di fabbrica Extrema. Il vostro motto è non fare album fotocopia ma evolvervi ricercando nuove soluzioni tecniche e stilistiche?

Esistono poi le cosiddette crociate mentali, di filosofia che non ammettono questo, me anche comunque io non ho mai condiviso. Gli Extrema vogliono andare oltre questi schemi.

Di tutta la vostra discografia, sicuramente il cd che staziona con maggior frequenza nel mio lettore è “Proud, Powerful ‘N’ Alive”. Credo che il vostro punto di forza sia on stage, dove riuscite ad esprimere tutta la vostra energia e potenza. A quando un live-album più completo o magari un home video?

Quel mini live l’abbiamo registrato con l’intento di voler immortalare quei tre concerti, dove abbiamo suonato davanti a più di 100.000 persone, che per noi è stato un evento. Fu un’occasione unica! Registrato malissimo, ma forse bello proprio per questo. Per quanto riguarda gli Extrema dal vivo, ti dico solo che se potessi suonare sempre e solo concerti sarei strafelice. è bello anche creare la propria musica in studio, ma dal vivo è tutto diverso: poter coinvolgere tutta la gente, creare un tutt’uno tra band e pubblico. Insomma gli Extrema senza il loro pubblico non sarebbero nulla. Volevamo registrare qualcosa audio/video durante il concerto che si è tenuto tempo fa al Palavobis di Milano, ma poi per motivi tecnici non se nè fatto nulla. Comunque per un live  album c’è un progetto futuro, ma non si sa quando.

Che ricordi hai dei tempi del vostro primo ep “We Fuckin’ Care”?

Eravamo tutti dei ragazzini con tanta voglia di fare bene ed incazzatissimi se ascolti quell’album oggi fa ridere, però all’epoca era roba durissima ed era impensabile in Italia, in quel periodo, ascoltare qualcosa del genere in giro. Poi ricordo che quell’ep uscì tra tanti problemi: non c’erano posti in cui suonare, non c’erano mezzi, poi facevamo thrash metal, che in quegli anni significava trovare tutte le porte chiuse e poi non avevamo molti soldi in tasca poichè venivamo tutti da famiglie modeste; ma nonostante ciò, ricordo volentieri ce nel Maggio ’87, grazie a quell’album, riuscimmo a suonare di supporto agli Slayer nella data milanese del Reign In Blood tour e vedere un tale massacro all’ex Palatrussardi con migliaia di persone, che poi c’erano tanti nostri amici che ci incitavano è stato esaltante e direi che è stata la molla che ci ha permesso poi di poter preseguire.

Perdonami se la domanda può risultare un pò retorica, ma è ben nota la vostra collaborazione di qualche anno fa con gli Articolo 31. Non pensi che questo abbia nuociuto alla vostra popolarità, penalizzato anche dal lungo periodo di silenzio che si è creato attorno a voi, alimentando polemiche da parte di un pubblico forse dotato di paraocchi? Ricordi che una cosa quasi analoga successe con i Royal Air Force quando collaborarono con Jovanotti più di dieci anni fa?

Bisogna fare un distinguo tra quello che abbiamo fatto noi con gli Articolo 31 e i R.A.F. con Jovanotti.  Quelli che hanno collaborato con Jovanotti erano solo alcuni componenti dei R.A.F. che suonavano nella band di Jovanotti. Anche negli Extrema ci sono Cristiano e Mattia che suonano con Antonacci, che poi, a me fa cagare, a loro farà vomitare, ma quando si è musicisti e ti propongono un lavoro dove puoi guadagnare un sacco di soldi in un periodo in cui la tua band è ferma, perchè non farlo?
Con gli Articolo 31, quelli erano gli Extrema al 101%. Non sono d’accordo che questo abbia nuociuto a parte quei pochi che hanno detto “Avete tradito”. Ma che tradito!
Prima di tutto io della mia musica faccio quello che cazzo voglio, poi, se senti il pezzo “Mollami”, ti accorgi che è durissimo. L’unica differenza è che ha un testo in italiano, non è cantato da Gianluca, ma da un’altra persona (comunque Gianluca è “sotto” che urla come un pazzo). Poi, aver fatto quella cosa con gli Articolo 31, ci ha dato l’opportunità di uscire su Italia 1 o MTV, che per un gruppo come gli Extrema non è poco in Italia, anzi è impossibile.
Andiamo fieri di quel lavoro che comunque rifarei sicuramente. Mi fanno ridere le persone quando dicono che i Limp Bizkit (che poi direi che non sono neanche metal) sono “avanti” con la loro musica, quando noi quello stile l’avevamo proposto già nel ’95. Ti posso dire che J.Ax e più testa di cazzo di tutti quelli che dicono di fare metal, ma lo fanno senza cuore e vera attitudine, quello che al contrario J.Ax possiede.

Cosa provi quando pensi che con una quindicina d’anni di carriera alle spalle, siano stati un po’ pochi tre solo album per una band dalle grandi potenzialità come le vostra che ha dato sempre tanto e ricevuto non tutto di quello che realmente si meritava?

Premetto che di tutte le cose che abbiamo fatto, ne vado fiero e credo che nessun prodotto sia brutto, beh, poi anche noi pensiamo di aver fatto pochi dischi, ma sono tutti di qualità. Preferisco che ne siano usciti pochi ma buoni che non dieci di cui due buoni e otto di merda…
Tuttavia siamo stati fermi sei anni discograficamente, ma dal vivo non ci siamo mai fermati.

Tra non molto aprirete il concerto degli Slayer, cosa non nuova, dato che già l’avete fatto nel maggio ’87 (un certo Dave Lombardo presentò la band “on stage”!!!). Come vi state preparando attualmente all’evento?

Di tutto il tour sarà la data più importante. Ci stiamo preparando per bene affinchè tutto vada per il meglio. Per noi sarà come un esame.

Ora quanti anni dovranno passare prima del prossimo full-length?

Io spero al massimo un anno e mezzo, anche se non abbiamo scritto ancora niente. A Settembre uscirà il video di “All Around” e gireremo quello di “Another Nite”. Per il momento pensiamo soprattutto a suonare dal vivo.

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