DoomInterviste

Intervista a Mario Di Donato dei THE BLACK

Gruppo storico italiano formato nel 1988 da Mario “The Black” Di Donato, personaggio di culto del panorama rock, autore dei testi e delle musiche del gruppo, quotato pittore conosciuto e apprezzato anche oltre confine (le sue opere si possono ammirare dal vero in prestigiosi musei e pinacoteche nazionali ed estere; i suoi CD sono gratificati dalla riproduzione fotografica di alcune di esse).
I The Black citati anche dalla enciclopedia del Rock Hard Heavy della famosissima ed esperta Arcana Editrice di Milano, suonano un rock mistico artistico cantato in latino e italiano con lo scopo di amalgamare arte e rock in un’unica creatura. Questo progetto viene evidenziato nel secondo album “Infernus Paradisus et Purgatorium” (1990) dove le stupende liriche di Dante Alighieri prendono forme sonore, riscontrabili per la grande teatralità e tragicità dei contenuti, anche nei film di Dario Argento.

Nel cd “Abbatia scl Clementis” del 1994, i The Black ricostruiscono la travagliata storia dell’abbazia di San Clemente a Casauria curando musicalmente soprattutto le atmosfere mistiche.
Il lavoro viene vuole evidenziare lo scopo principale dell- architettura dell’abbazia che i frati casauriensi ritenevano universale.  Un tempio cristiano importante la cui presenza doveva testimoniare e rappresentare la vera cristianità in tutto il territorio.

“Golgotha” esce ancora una volta per la Black Widow, un-etichetta indipendente per molti  versi controcorrente. Quanto credi sia importante oggi, con tutto il musicbusiness che c’è, fare uscire i propri dischi per una label piccola, ma comunque seria, che non cerca a tutti i costi bands di successo?

La Black Widow – soprattutto un-etichetta seria, ci sono delle cose che mi possono andare bene e altre no, ma devo riconoscere che il lavoro di Massimo e Pino altamente professionale. E’ senz’altro una label controcorrente per questo che The Black affida la collocazione della propria musica a loro; non a caso il sottoscritto non ha mai prodotto musica “alla moda” anzi, ha cercato di creare sempre qualcosa di personale, di misterioso, senza guardare molto a quello che a ripetizione (come un disco impuntato) il business mondiale propone. L’oscura Black Widow va bene anche per il concetto di opposizione a tutto c’è, per la ricerca di diversità di espressione del suo staff selezionato e per la distribuzione mondiale (Self) tra cui Giappone e Russia. Inutile sottolineare che se una grossa casa discografica si interessasse in modo completo ai The Black con grande tristezza abbandonerei dei grandi e rispettabili amici per aprire la porta internazionale all-oscura macchina The Black.

Come mai la scelta di mettere da parte, almeno parzialmente, il latino per dare pi- spazio al cantato in italiano?

Il latino come l’italiano, la nostra lingua, quindi per i propositi di The Black l’una vale l’altra. Se in Golgotha l’italiano occupa il 90% di tutti i testi dell’album, evidente che ho voluto sottolineare ancora una volta che il progetto The Black vuole a tutti i costi riconoscersi portavoce principale di un suono oscuro e profondo che prenda linfa ed energia in terra italiana e basta.
I Black Sabbath innanzitutto, Alice Cooper, Corvi e Rovescio della medaglia poi; comunque ho subito cercato di creare un sound alla The Black dove riferimenti e tecnica vengono tutti miscelati per ottenere un qualcosa di proprio, di diverso che oltre ad infiltrazioni Doom e Dark rivelino presenze di cultura etnica e popolare della mia terra ricca anch’essa di profonde radici premedioevali affascinanti e strettamente mistiche educative.

La Title Track, attraverso metafore, fa ben capire il tuo punto di vista su tutto ciò che purtroppo al mondo accade (guerre, miseria, soprusi ecc…). C’è sostanzialmente un filo conduttore con il resto dei brani, comprese le due covers?

Sicuramente, Golgotha è una denuncia ai “Padroni del mondo” agli eccidi e violenze che i più deboli subiscono. La stessa titletrack è l’estrema realtà della guerra, dove l’uomo si accorge di avere l’occasione di annientare l’odiato nemico e usa mezzi che nemmeno gli animali adoperano per uccidere le loro prede. Tutti i brani di Golgotha racchiudono tristezza, nella cover dei Corvi l’uomo pensa di uccidersi per l’amore mancato di una donna, mentre nel Il giudizio dei R.D.M. l’essere umano si accorge dei tradimenti e delle falsità umane e si propone al giudizio finale dove nessuno potrà sfuggire. In “Iustitia” la coscienza umana ha una riflessione, si accorge che le cose giuste non esistono e vede improvvisamente intorno a sè solo fango e cenere. “Ultimatum” è il pezzo più impegnativo da capire, la chitarra prende il posto della voce e non servono certo le parole per intercettare il grande pericolo di quest’umanità ormai persa.

Nell-album aleggia un certo spirito pessimista, ma c’è nei tuoi pensieri la speranza, una via di fuga, affinchè le cose brutte del mondo non accadano?

Nessuno può fermare il percorso umano e in questi ultimi anni che hanno preceduto il terzo millennio l’uomo ha superato se stesso in una dimensione veramente eccessiva; quando ognuno di noi sperava che le nostre menti fossero sopraffatte dalla ragione, improvvisamente ti ritrovi a scoprire uno scenario allucinante dove i bimbi vengono venduti e seviziati, i nemici barbaramente uccisi e le guerre d’interessi moltiplicate fino a creare uno sterminato campo di torture e infamità, dove la morte fa da padrona. Spero che questa follia umana presto finisca.

Cosa pensi di tutte quelle bands black metal tanto di moda oggi che, diciamo così, “supportano” la guerra e il male?

Io rispetto tutti quelli che fanno musica perchè è un modo di comunicare con la gente, ognuno può dire quello che vuole in questo pianeta così detto democratico, ma sarei in piena contraddizione se appoggiassi chi supporta il male e la distruzione.

“II ORBIS” è un brano datato, come mai l’hai inserito nell-album?

II Orbis è una seconda versione dell’originale inclusa in “Infernus Purgatorium et Paradisus” (infatti questa seconda versione è molto rallentata) è stata inserita in Golgotha perchè il testo è un’ammonizione alle cattiverie e ingiustizie umane, sicuramente non sfigura con la tematica dell-album, anzi può rafforzare magnificamente il tono grave del lavoro, ormai destinato per sentito dire ad essere ricordato come fermata obbligata dal sapore molto amaro.

Il saper ben conciliare l’arte figurativa (con i tuoi dipinti) con la musica, crea un senso di originalità ed unicità ad ogni tua release. Quando e come è nata la tua passione per l’arte pittorica e da dove prendi spunto?

L’arte per me – una cosa innata che mi porto dietro da sempre. La pittura e la musica si uniscono e The Black ha sfruttato questo binomio per ritrovarsi completamente appagato da queste due fantastiche passioni.
A volte un mio dipinto mi da l’idea per scrivere un-intero album (I.P.ET.P, Refugium peccatorum, Apocalipsis e Golgotha) e questo sono sicuro è la cosa più originale e comunicativa di Mario “The Black” Di Donato che senza contaminazioni riesce a è dipingere un disco come a suonare un quadro. La mia vita è tutta per l’arte/musica, è un qualcosa che rimarrà nella storia sia essa piccola che grande, ma col tempo sono sicuro che assumer- un valore vivo e profondo.

Definiresti ancora oggi la musica che proponi, come “Metal Mentis2, ossia il termine da te coniato per definire quello che erano i Requiem?

Non proprio, ma “Obscura Ars” credo che sia il seguito del “Metal Mentis” dei Requiem da me sviluppato nella metà degli anni ’80. L’arte oscura di The Black riepiloga tutto il mio lungo percorso musicale dove non ci sono stati cambiamenti e compromessi, dove nessuno è riuscito a fermare questi sviluppi dal sapore sempre heavy con risonanze storiche ed artistiche.  Spero ciecamente che con il passare degli anni migliorino soprattutto sia di contenuto musicale che di scrittura, e che conservino quel velo sottile di misticismo che distinguono The Black dalle molteplici e vane ripetizioni clonate, oggi esistenti.

Voi insieme a  Paul Chain, siete artisti che avete una lunga esperienza alle spalle, ciò nonostante, i più importanti magazines italiani vi dedicano pochissimo spazio (almeno negli ultimi anni). Credi che questo dipenda da voi che tendete ad isolarvi, oppure è la stampa specializzata che preferisce dare più spazio a bands che facciano trend e quindi vendere qualche copia in più? Qual’è la tua opinione a riguardo?

I The Black, gruppo di culto rispettato, amato e odiato ama parlare di se per cose importanti, non sono d-accordo che la stampa ci dedica poco spazio; nel precedente “Apocalipsis” sono uscite 20 recensioni e 12 interviste. Su magazines importanti nazionali ed esteri, a parte le fanzines e i giornali regionali; per Golgotha l’interesse è maggiore, ho avuto un’apparizione in copertina di Flash con intervista, poi Psycho oltre a recensione e intervista, ci ha inseriti nel cd compilation Psychosonic 15, intervista su Rockerilla, Metal Shock, Metal Hammer, Mucchio, Metal Force, Grind Zone, Vario, Sipario e altre ancora escluse le estere.
Come vedi per la fine dell’anno avremo sicuramente tantissimo supporto pubblicitario. Questo solo perchè siamo i The Black ma come tu dici lo spazio maggiore poi lo riserveranno alle realtà cometa del momento… Mahhh!

Quali sono i tuoi programmi imminenti?

Per Ottobre è prevista l’uscita del tributo ai Black Widow (Black Widow Records) dove noi partecipiamo con la cover “Sacrifice”, distribuito a livello mondiale (self).
Poi per dicembre parteciperemo al tributo ai “Saint Vitus” per l’americana Dream Fire con distribuzione e collaborazione italiana della Black Widow. Intanto stiamo lavorando per il prossimo album “Guerriero di Capestrano” previsto per la fine del 2001 che sicuramente sarà il lavoro top di The Black.
Considerando che l’impostazione dei pezzi risale al 1999 e lo studio innovativo e tecnico dei suoni sarà curato in modo certosino. I concerti in previsione a Prato (Doom Festival) Roma, Latina e Milano occuperanno senza dubbio altro tempo ai The Black che inesorabilmente riusciranno ancora una volta ad imporre il loro ombroso sound in questa giungla confusa e ambigua di cui tutti noi facciamo parte.
Volevo ricordare i grandi musicisti di Golgotha e di The Black (da lunghi anni) l-inossidabile e storico bassista Enio Nicolini (Akron) e il devastante batterista Gianluca Bracciante che insieme danno vita alla micidiale macchina live di The Black.
“Per Omnia Saeculorum”
THE BLACK

1985 – UNREAL TERROR – -HEAVY AND DANGEROUS- EP – BESS RECORDS – MONTESILVANO (PESCARA)
1988 –  REQUIEM – -EX VOTO- – EP – MINOTAURO RECORDS – PAVIA
1989 – THE BLACK – -RELIQUARIUM- – EP MINOTAURO RECORDS – PAVIA
1989 – REQUIEM – 85- 88 – MC – MINOTAURO RECORDS – PAVIA
1990 – REQUIEM – VIA CRUCIS- – LP – MINOTAURO RECORDS – PAVIA
1991 – THE BLACK – -INFERNUS PARADISUS ET PURGATORIUM – LP – MINOTAURO RECORDS – PAVIA
1992 – REQUIEM – -REQUIEM LIVE- – LP – MINOTAURO RECORDS – PAVIA
1993 – THE BLACK – -ABBATIA SCL CLEMENTIS- – CD – MINOTAURO RECORDS – PAVIA
1995 – THE BLACK – REFUGIUM PECCATORUM- – LP LIMITED – BLACK WIDOW – GENOVA
1996 – THE BLACK – APOCALYPSIS- – LP , CD – BLACK WIDOW – GENOVA
2000 – THE BLACK – -GOLGOTHA- –  LP, CD – BLACK WIDOW – GENOVA

COMPILATION

1994 – UT – U.T. – REQUIEM – THE BLACK – -PESCARA ROCK- – CD GIPSY – L-AQUILA
1998 – THE BLACK – – -E TU VIVRAI NEL TERRORE- – 2 LP, CD – BLACK WIDOW – GENOVA
2000 – THE BLACK – -CHILDREN OF BLACK WIDOW- – PROMOTIONAL CD COMPILATION – BLACK WIDOW – GENOVA
2000 – KING OF THE WITCHES – -BLACK WIDOW TRIBUTE- – LP, CD – BLACK WIDOW – GENOVA

COLLABORAZIONI

1995 – S.I.M. – -REDENTORE ELETTRONICO- – CD – WEA INTERNATIONAL BIBLIOGRAFIA
1991 – -ENCICLOPEDIA DEL ROCK HARD- HEAVY- – ARCANA EDITRICE – MILANO
1993 – -ENCICLOPEDIA DEL ROCK ITALIANO- – ARCANA EDITRICE – MILANO
1994 – -TOP MUSIC- – ROSSANO MASSACESI EDITORE – ANCONA
1997 – -TOP MUSIC- – ROSSANO MASSACESI EDITORE – OSIMO (ANCONA)
1998 – -INCUBI NOTTURNI – DEAD OF NIGHT- – ERGA EDIZIONI – GENOVA
2000 – -ENCICLOPEDIA DEL METALLO ITALIANO- – METAL HAMMER – TORINO
2000 – -IL ROCK IN ABRUZZO 1969 – 1999- – EDIZIONI ECAMLIBRI – PESCARA – LUIGI DI FONZO.ricordiamo anche la raccolta di poesie uscita nel 1997, firmata da Enio Nicolini con le illustrazioni di The Black -Rock-n-Follia- – edizioni Tracce.

Roberto Pasqua

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